“SEMI E RINASCITA” RicCAA 2013
La classe 3 serale del Liceo Artistico Pietro Selvatico, è un gruppo eterogeneo di artisti che provengono da varie discipline e percorsi personali, artistici e professionali e che al Selvatico frequenta il corso di scultura. Pertanto il gruppo lavora come un equipe e per la Biennale Internazionale di Arte e Design RicCAA 2013, ha lavorato nello specifico sulle politiche di sostenibilità ambientale, utilizzando i linguaggi dell’arte visiva contemporanea. Il titolo dell’opera è “semi e rinascita” e tratta il delicato tema della libertà dei semi tanto sostenuto dall’attivista indiana Vandana Shiva.
Questo tema infatti, affligge intere popolazioni e mette in ginocchio il complesso equilibrio dell’ecosistema. La rinascita avviene dalla salvaguardia dell’esistente e dalle tecniche innovative per mantenerlo, non per modificarlo. I semi sono ciò di cui ci nutriamo. Dalla manipolazione genetica e dalla monocultura deriva un gravissimo impoverimento dei valori nutrizionali con il conseguente indebolimento delle difese immunitarie del nostro organismo. Per questo analizziamo a livello formale e concettuale il seme come forma che si fonde con quella antropomorfa; uomo e seme si fondono in una forma che, rinasce dalla forza vitale che non li ha modificati e che ci identifica. Siamo ciò che mangiamo e di conseguenza ciò che manipoliamo o no.
Abbiamo scelto la cera d’api perché è un materiale effimero, che cambia di stato con il calore come la germinazione dei semi, perchè è un materiale delicato come lo è l’ecosistema, organico e caldo come lo è il corpo pulsante di una società viva.
La cera d’api rappresenta il valore sociale dell’arte (J. Beuys) la rinascita, il Terzo Paradiso che possiamo e dobbiamo costruire (M. Pistoletto).
L’installazione poggia su un letto di terriccio ed ammendante organico per valorizzare la sensibilizzazione al riciclo del materiale organico quotidiano in sacchetti di mater-bi ad esempio, che diviene ammendante ottimo per l’agricoltura.
Federica Tavian Docente di Disegno Professionale di Scultura
FEDERICA VIOLATTO
Grazie a Vandana Shiva , mi sono accorta dell’esistenza del seme sterile “Terminator” – che non può essere propagato e che necessita di diverse applicazioni di pesticidi e aggiunta di sostanze chimiche per germogliare e per maturare – e della guerra delle multinazionali, che lo producono, contro i piccoli agricoltori che propagano i loro semi, senza interferire con gli ecosistemi della Natura, in un modo sostenibile.
Il cuore dell’argomento è che se lasciamo le multinazionali decidere per noi, la nostra libertà è minacciata, la nostra salute è in pericolo.
Ho preso degli esempi differenti di auto-coltivazione per provare che il modo in cui questi vengono impiegati, fanno davvero la differenza. Il cibo è cruciale nella formazione della nostra identità, le nostre tradizioni, chi siamo.
Le due sementi che ho scelto sono: il riso per la situazione locale (il sito è Vicenza – Italia) e l’arachide (il sito è l’Uganda- Africa).
No ai semi “terminator”, no all’usurpazione di massa, all’avarizia delle multinazionali. No al divieto di propagazione dei nostri semi.
Sì alla libertà, alla libertà di propagazione, alla libertà di mantenere gli ecosistemi, la biodiversità, la libertà di mantenere le proprie tradizioni alimentari, così da proteggere i costumi e le abitudini di ciascuno.
Il riso è un esempio locale di comportamento protettivo nei confronti della biodiversità, le ricette allegate le troverai curiose.
La ricetta delle arachidi è un esempio di come si possano adottare misure domestiche per combattere la fame nel mondo in un clima duro, in un contesto locale/globale in Africa.
PIERPAOLO CONSIGLI
Sono molteplici i temi ambientali di cui si occupa purtroppo solo una piccola parte dell’ umanità, quella più sensibile ai problemi dell’ inquinamento, ai mutamenti climatici, al mantenimento dell’ ecosistema, alle fonti alternative dell’ energia rinnovabile, allo sviluppo sostenibile, alla gestione corretta dei rifiuti e del riciclo degli stessi, al rispetto in generale dell’ ambiente e delle risorse naturali che provengono dalla Madre Terra.
Anche nell’ espressione artistica, può esserci un messaggio forte a sostegno di questa importante, ma vitale ideologia di pensiero finalizzata alla conservazione del nostro ecosistema, nella consapevolezza della grave crisi ambientale che sta vivendo il nostro pianeta.
La realizzazione scultorea vuole interpretare il tema posto, tramite una forma antropomorfa che emerge da un seme in una fase di un risveglio come a simboleggiare la rinascita di una vita.
Il “fagiolo” è la forma organica scelta come “seme madre” della rinascita, ma anche come elemento di richiamo al tema “Emergenza del Seme” ed alla conservazione della biodiversità. Fagiolo come simbolo appunto, del “Seme” da proteggere dalle modificazioni genetiche operate dalle multinazionali che intendono monopolizzare prodotti agricoli con brevetti eticamente inaccettabili ed impoverendo la terra con colture monotematiche (Vandana Shiva). Il procedimento per realizzare la scultura parte dalla forma in argilla per passare poi alla realizzazione sulla stessa di un calco in gesso sezionato in due parti. Ad asciugatura avvenuta, dopo aver aperto lo stampo negativo in gesso per l’ eliminazione dell’ argilla e la pulitura interna, si è ricomposta la forma unendo le due parti procedendo alla colatura di cera d’ api fusa.
In coerenza con il tema fortemente attento al rispetto dell’ ambiente, sono stati utilizzati materiali naturali, senza additivi chimici la cui produzione contribuisce ad inquinamenti ambientali. Si tratta quindi di materiale in parte “riciclabile” per la possibilità di recupero e riutilizzo dello stesso. L’argilla è un materiale che proviene dalla terra tramite alterazioni chimiche di rocce magmatiche e così pure il gesso che è una sostanza al 100% naturale venendo estratto dalle cave e che durante il processo di trasformazione emette in atmosfera solo vapore acqueo e non anidride carbonica od altri componenti inquinanti.
La cera d’api utilizzata per la formatura finale della scultura, è un altro prodotto naturale per eccellenza, scelto proprio in coerenza al principio del rispetto ambientale che ci siamo posti, ma anche perché, essendo parte costruttiva dell’ alveare, può rappresentare per analogia l’ origine della nostra terra dove nasce il seme e la vita.
ANNA SCATTOLIN
Scoppio….di vita. Il chicco di mais fa parte della grande famiglia dei semi che sono il primo anello della grande catena alimentare e che nel Veneto l’intensa produzione ha stravolto il paesaggio con i suoi colori dominanti e caratteristici, facendo scomparire l’azzurro del lino.
La monocoltura e il monopolio di poche multinazionali senza scrupoli, hanno drasticamente impoverito il territorio privandolo della ricchezza della biodiversità, fondamentale per l’esistenza dell’uomo e di ogni creatura vivente.
Il pop-corn (varietà di granoturco: Pisingallo) è la metafora per riflettere sull’emergente necessità di tutelare e proteggere questa preziosa sorgente di vita. La trasformazione che subisce artificialmente è improvvisa e violenta. Analogamente, come una bomba ad orologeria, gli effetti devastanti di indiscriminate manipolazioni potrebbero avere sull’esistenza degli esseri viventi.
Salvare i semi e la biodiversità diventa un imperativo ecologico, politico, economico e culturale.
NICOLETTA PACCAGNELLA
“L’embrione umano nelle prime settimane ha le sembianze di un fagiolo.
Quando una persona si trasforma, abbandona lo stato embrionale per diventare un’altra cosa, più ricca, più complessa, più bella e completa, mantiene al suo interno lo stato primordiale di seme che l’accompagnerà per tutta la vita, ma esprime tutto il potenziale di bellezza che ha dentro di se e che chiunque potrà cogliere per poi germogliare e dare nuova vita”
STEFANO GOTTARDO SPICA
Guardo alle donne che alle luci del tramonto raccoglievano una a una le spighe rimaste sul terreno dopo la mietitura. La spigolatrice attraverso il racconto della fatica nei campi rievoca l’impegno del conservare il frutto di un antico rapporto tra uomo e terra.
Rinascita del legame con la terra è il seme di frumento, base del pane, principale fonte di cibo per l’uomo e rappresentazione del sostentamento quotidiano.
Nella posizione della fecondità il corpo rinasce da un seme affiorando pigramente dalla natura di cui è parte. Nei seni la ricerca di significante e significato, forma e natura del nutrimento. Nel suo abbraccio al seme, la mano ricorda nella vibrazione della forma, il gesto della raccolta. Il collo e la testa hanno geometrie che citano gli anni trenta e l’estetica agricola. In seconda lettura una citazione nella torsione della gamba che mostra il tallone sporgere dalla figura, omaggio al pittore Andrea Mantegna ripreso a sua volta da Marco Zoppo, altro allievo del comune maestro Squarcione. Siamo agli inizi del Rinascimento, rinascita dell’uomo nell’arte.
SILVIA BOZZOLAN
CURRICULUM CLASSE 3 SERALE
2012 maggio EXPO “La bellezza” premio speciale progetto Manunzio, Centro Culturale S. Gaetano, Padova. Titolo dell’installazione wabi-sabi, umilta’ ed imperfezione, disegni, strutture in filo di ferro, sculture in argilla, gesso, legno, assemblaggio.
2012 ottobre EXPO “Le arti della ceramica” con l’installazione “spirale” in ceramica raku e pigmenti, ex macello, Padova.
2012 dicembre EXPO ART IN ICE, scultura su ghiaccio con due opere “file/life” e “la barca”. mt 3×3, Livigno, Sondrio.